domenica 12 novembre 2006

E' una piccola spiaggia di pescatori. Le barche, piccole e tozze, sono allineate sulla battigia e si lasciano accarezzare le larghe pance colorate dall'onda pigra del mare. I vecchi trascinano le reti gonfie e palpitanti di pesci traendole dai ventri colmi delle barche e scambiano di tanto in tanto qualche parola fra loro, di cose che soltanto loro sanno, di pesci, di mare, di barche, di donne. Le donne muovono le dita esperte e veloci fra le spire dei pizzi e parlano fittamente, a volte a voce alta concitate, a volte sommesse, raccolte in segreto fra loro, a volte esplodono tutte insieme in fragorose risate, che si alzano nell'aria come scoppi di mortaretti. I bambini corrono fra le barche incitandosi con piccole grida e alcuni di essi sono nudi. I gatti, sdraiati sugli scogli, socchiudono gli occhi al riverbero del sole, ma non distolgono lo sguardo dalle reti, ricolme di pesci. I gabbiani volteggiano sopra la spiaggia ispezionando le barche con i loro occhi acuti e riempiendo dei loro stridii di protesta per il furto subito l'aria tersa e luminosa del mattino.
E' un giovane uomo di ventisette anni. Ha i capelli di un biondo scuro che riflettendo i raggi del sole diviene di un oro quasi platino, gli occhi di un grigio-azzurro in cui si rispecchia tutta la luminosità e la profondità del cielo. Ha un sorriso appena accennato, che gli allarga le labbra in una curva che tutto accoglie con pace, gioia, armonia, accettazione, comprensione, amore. E' come se con i suoi occhi, con il suo sorriso, abbracciasse quel piccolo angolo di mondo, la spiaggia, le barche, le reti, i vecchi, le donne, i bambini, i gatti, i gabbiani, e li accarezzasse con tenerezza e dolcezza infinite. Il tempo scorre nel suo alveo profondo ma quel giovane uomo è in ogni punto delle sue sponde, in ogni dirupo, in ogni spiaggia, in ogni sasso, in ogni cespuglio. Egli è in ogni punto del fiume della vita e dell'universo. Quel piccolo angolo di mondo diviene allora il mondo intero, raccoglie l'intero universo, e le barche, le reti, i vecchi, le donne, i bambini, i gatti, i gabbiani, divengono tutti gli esseri viventi, gli uomini, le donne, gli animali, le piante, e tutte le cose, i sassi, le nuvole, le stelle, che l'universo ha riversato nel fiume del tempo, che ha sommerso nelle sue acque prima calde e spumeggianti e poi fredde e immobili.
Il giovane uomo guarda e sorride. Il suo sguardo, come il suo sorriso, è antico più delle barche, delle reti, dei vecchi, delle donne, dei bambini, dei gatti, dei gabbiani. Nel suo sguardo e nel suo sorriso c'è il silenzio della pace, della gioia, dell'armonia, dell'accettazione, della comprensione e dell'amore universale.
(Giulio Cesare Giacobbe, come diventare un buddha in cinque settimane)

1 commento:

Anonimo ha detto...

anche TU,giovane uomo quando sorridi infondi gioia,pace e armonia...