Un giorno d'estate come tanti, il guscio del piccolo uovo di Sintra iniziò a creparsi, là, nel piccolo nido sotto quel vecchio pergolato ormai abbandonato da molti anni.
Chissà quanti prima di lui erano venuti alla vita in quello stesso nido..., sotto quel pergolato un tempo felice, abitato da una piccola famiglia di umani...
Il guscio aveva il colore delle pietre d'alta montagna, venature di nero, antracite, carbone. Si diceva che dal colore del guscio si sarebbe capita la tempra del nascituro; Sintra sarebbe stato forte, robusto, veloce, crescendo sarebbe divenuto grande, uno dei più grandi della sua specie.
La luce di quel sole rosso iniziava a farsi strada tra le spaccature dell'uovo, le piccole piume incominciavano ad uscire, lentamente ma in modo deciso, da quel guscio che ormai non poteva più contenere la vita. Nel silenzio di quel giorno, interroto solamente da qualche sbuffo di vento che veniva a salutarlo, Sintra era venuto al mondo, solo, come accadeva a tutti quelli della sua specie. Finalmente libero dall'opprimente uovo che lo aveva sin lì gelosamente custodito, per la prima volta in vita sua Sintra assaporò l'aria, il calore della luce, vide quei colori che lo avrebbero accompagnato per il resto della sua vita e ne rimase affascinato.
Era ancora presto però per intraprendere il suo lungo viaggio e lo sapeva...anche se nessuno glielo aveva mai detto, lui lo sapeva.